In ogni episodio comunicativo i contenuti che trasmettiamo non possono essere scissi dalla relazione che abbiamo o vogliamo stabilire con il nostro interlocutore.
La capacità di conversare in un proprio, personale linguaggio con riferimenti oscuri, accenni velati, occhiate d’intesa, scrollate di spalle e ammiccamenti vari, rappresenta un particolarissimo tipo di intimità.
La perfetta sintonia della conversazione esprime l’essenza stessa del rapporto.Ciascun interlocutore sa esattamente ciò che l’altro sta dicendo e prova un crescente piacere nel riuscire a parlare liberamente, nell’essere capito.
Il dialogo procede senza scosse, con un proprio ritmo, un po’ simile ad una danza che ciascun partner alternativamente guidi o segua in armonia.Ma nei matrimoni in crisi il piacere della conversazione si perde in una farragine di rimostranze irose, di spunti non colti, di incomprensioni.
Le occhiate d’intesa, le allusioni spiritose ed i codici personali lasciano il posto agli sguardi rabbiosi, ai riferimenti critici ed alle minacce velate.
Com'è andata perduta la serenità del dialogo?Il suo ritmo viene gradualmente sconvolto quando, nel prosieguo di un rapporto, si accumulano le differenze degli stili di conversazione, gli interessi e le prospettive in contrasto, le incomprensioni.
La conversazione è essenziale per la sopravvivenza e la crescita del rapporto, purtroppo molte coppie, forse la maggior parte, non posseggono le specifiche capacità della conversazione coniugale e quindi provocano involontariamente continue incomprensioni e frustrazioni.
Fra marito e moglie il modo di intendere il colloquio può essere diverso.Per esempio, l’uno può considerare le conversazioni semplicemente come la sede in cui prendere insieme certe decisioni.L’altro invece può vederle come l’espressione più profonda dello stesso rapporto coniugale, in quanto offrono la possibilità di condividere certi segreti, di mostrare la propria partecipazione ai problemi ed ai successi del partner, di avere solidarietà ed intimità.
L’osservazione che nelle coppie in crisi “non c’è comunicazione” è diventata un clichè, ma in essa c’è molto di vero.Poichè l’asserzione “noi non comunichiamo” ha un carattere globale ed indefinito, è essenziale tradurla in problemi specifici, che sia possibile affrontare concretamente.
In situazioni di divergenza di opinioni, di contrasto e/o di conflitto, è importante confrontarsi serenamente e ascoltare con calma, rispetto ed empatia anche le ragioni e i punti di vista dell’altro senza alcun pregiudizio, e soprattutto con la piena consapevolezza che l’apparente vittoria dell’uno sull’altro equivale in realtà alla sconfitta di entrambi.
E’ bene tener presente, inoltre, che i contrasti e i conflitti, peraltro assolutamente normali in una coppia, possono rappresentare un momento di riflessione, di maggiore conoscenza dell’altro, di confronto e, quindi, di crescita e di evoluzione della coppia, ma possono anche trasformarsi, come più spesso facilmente accade per mancanza di intelligenza sociale, in una trappola mortale per il rapporto che rischia di svuotarsi di ogni sentimento e di rimanere soffocato da violenti scontri diretti ad annientare psicologicamente l’altro.
Il conflitto, infatti, non è necessariamente dannoso e , se opportunamente gestito, può essere benefico poiché stimola il chiarimento tra le parti o l’evoluzione di situazioni di stallo, che rischiano di degenerare da un momento all’altro. Pertanto, quando ci si ritrova in situazioni di esasperato conflitto è importante domandarsi se si vuole costruire un rapporto migliore o si vuole distruggere quello che si è già costruito.
Articolo a cura della
dott.ssa Giuseppina Barra
Psicologa Psicoterapeuta a Napoli
Psicologa e Psicoterapeuta a Napoli
P.I. 07073281219
Iscritta all’Albo Professionale degli Psicologi della regione Campania n. 3281 del 2006
Laureata Psicologia Clinica e di comunità